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Regno di Sardegna

  

Il Regno di Sardegna fu il precursore del successivo Regno d’Italia. Ebbe inizio formalmente nel 1297, allorché papa Bonifacio VIII, per risolvere la contesa tra Angioini e Aragonesi circa il regno di Sicilia (che aveva scatenato i moti popolari passati alla storia come Vespri siciliani e la conseguente guerra del Vespro), investì il re d'Aragona Giacomo II dello jus invadendi sulla Sardegna e sulla Corsica (mai presa seriamente in considerazione dagli Aragonesi e di fatto esclusa dal'intitolazione del regno a partire dal 1479). Tramite accordi col re Ugone II di Arborea (uno dei quattro giudicati sardi), la conquista aragonese di una parte dell'isola a spese di Pisa avvenne solo nel 1324. In questa data, nei pressi dell'attuale Cagliari, nacque il primo nucleo territoriale del regno di Sardegna. Esso divenne un regno unitario solo dal 1420, quando gli Aragonesi, sconfitto definitivamente il regno giudicale di Arborea, ne incamerarono gli ultimi residui territoriali. Il regno di Sardegna faceva dunque parte del variegato complesso di stati che formavano la Corona d'Aragona e, dal 1479 in poi, la Corona di Spagna. In seguito agli aggiustamenti diplomatici seguiti alla guerrra di successione spagnola (finita nel 1713), col trattato di Londra (1720) i principi del Piemonte, nella persona di Vittorio Amedeo II, vennero indotti a lasciare la Sicilia (da loro ottenuta in un primo momento) per la Sardegna. I Savoia poterono così fregiarsi del titolo monarchico e Vittorio Amedeo II divenne il XVII re di Sardegna.

Dopo l’abdicazione di Vittorio Amedeo II di Savoia, nel 1730 il regno passò a Carlo Emanuele III di Savoia per poi passare a Vittorio Amedeo III di Savoia alla sua morte nel 1773. Vittorio Amedeo III fu battuto da Napoleone Bonaparte nel 1796 e con il Trattato di Cherasco perse i possedimenti in Piemonte ed a lui succedette il figlio Carlo Emanuele IV di Savoia.

Nel 1793 ci fu anche un tentativo d'invasione della Sardegna da parte dei Francesi, invasione scongiurata dalla mobilitazione quasi spontanea dei Sardi. In seguito a questo fatto, la classe dirigente dell'isola, in gran parte ancora di mentalità feudale e costumi spagnoli, chiese garanzie di autonomia al re (in specie, il riconoscimento dei privilegi da sempre accordati alle istituzioni sarde, in particolare al parlamento degli Stamenti, ove sedevano i rappresentanti della nobiltà, del clero e delle città). Al rifiuto di Vittorio Amedeo III di prendere in considerazione le proposte del parlamento sardo, scoppiò una rivolta, che portò dapprima alla cacciata dei Piemontesi (28 aprile 1794), quindi ad un moto rivoluzionario di stampo repubblicano, guidato dall'avvocato Giovanni Maria Angioy. Il tentativo venne frustrato soprattutto a causa del tradimento dei notabili sardi, timorosi di perdere i propri privilegi e, nel 1796, la sollevazione ebbe termine, con la sconfitta degli insorti presso Oristano. Giovanni Maria Angioy fu costretto a rifugiarsi in Francia, dove morì esule nel 1808. I Savoia poterono riprendere il controllo dell'isola nel volgere di qualche mese. La repressione fu durissima.

Il 10 dicembre 1798 viene costituita a Torino la Repubblica Piemontese, riconosciuta dai francesi che avevano occupato la città. I Savoia, con tutta la corte, si rifugiarono a Cagliari, che divenne l'unica capitale del regno fino alla definitiva restituzione degli stati di terra ferma ai Savoia. Infatti il 20 giugno 1799 le truppe austro russe ri conquistano Torino, ponendo fine alla Repubblica Piemontese e restaurando Carlo Emanuele IV, ma il 20 giugno 1800 i francesi entrano di nuovo a Torino destituendo il re ed instaurando la Repubblica Subalpina. Questa repubblica conia per prima in Italia monete secondo il sistema decimale gia adottato per il franco francese, che sarà alla base dell’Unione Monetaria Latina. In particolare, viene coniata una moneta in oro da 20 franchi in ricordo della battaglia di Marengo: con il nome di merengo saranno poi indicate una serie di monete anche di altri stati con caratteristiche simili a quella piemontese. L'11 settembre 1802 il Piemonte viene annesso alla Francia ponendo fine alla Repubblica Subalpina. A seguito della restaurazione, con il trattato di Parigi il 30 maggio 1814 viene ripristinato il potere dei Savoia ed il 4 gennaio 1815 con il congresso di Vienna al regno vengono annessi Genova e la Liguria, assumendo la funzione di stato cuscinetto nei confronti della Francia.

Il nuovo re Vittorio Emanuele I di Savoia fu un monarca conservatore e fu costretto ad abdicare dai moti rivoluzionari liberali nel 1821, passando il regno nel 1821 a Carlo Felice di Savoia al quale succedette nel 1831 il moderato Carlo Alberto di Savoia, discendente dal ramo cadetto dei Carignano. Sotto questo re, il regno conobbe una fase di sviluppo industriale e nel 1848 l’emanazione di una costituzione con concessioni alle istanze liberali. Nello stesso anno, venne dichiarata guerra all’Austria iniziando il periodo del risorgimento italiano. Dopo alcuni successi iniziali la guerra si volse sfavorevolmente per i Savoia e Carlo Alberto fu costretto ad abdicare a favore di suo figlio Vittorio Emmanuele II di Savoia il 23 marzo 1849.

Nel 1850 venne nominato ministro Camillo Benso conte di Cavour, che ebbe un ruolo chiave nel prosieguo del risorgimento. Nel 1859 il regno si alleò alla Francia nella guerra di Crimea contro l’Austria. Nella Seconda Guerra d’Indipendenza, contrariamente a quanto promesso a Cavour, Napoleone III non mantenne le sue promesse ed annetté la Lombardia alla Francia. Comunque, l'8/11 luglio 1859, a seguito dei trattati di Villafranca e Zurigo, la Lombardia tranne Mantova venne ceduta al Piemonte dal Regno Lombardo-Veneto in cambio del passaggio della Savoia e di Nizza alla Francia.

Il 5 marzo 1860, Parma, la Toscana, Modena e la Romagna votarono un referendum per l’unione con il regno. Nello stesso anno, Giuseppe Garibaldi iniziò la sua spedizione per la conquista del Regno delle Due Sicilie marciando su Gaeta dove si era riparato Ferdinando II di Borbone. Raggiunto da nord da Vittorio Emanuele II, si completò l’unificazione dell’Italia e, con la proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861, il Regno di Sardegna cambiò definitivamente denominazione.


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