Pagina iniziale | Navigazione |
Google

Catone il Censore

 

"I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori"
(Catone, citato in Notti attiche, "Noctes Atticae", Aulo Gellio)

Marco Porcio Catone Censore, o semplicemente Catone il Censore, (234 AC - 149 AC) č stato un uomo politico e scrittore latino celebre per la sua arte oratoria. Nacque nel 234 AC a Tusculum (nei pressi dell'odierna Frascati) da famiglia plebea di agricoltori benestanti. CombattĂ© nella guerra contro Annibale (218 AC-201 AC).

Console nel 195 AC, Catone, quattro anni dopo (191 AC), combattĂ© come tribuno militare alle Termopili contro Antioco III di Siria e svolse un’importante missione diplomatica ad Atene ed in altre cittĂ  della Grecia. Dal 190 AC fu impegnato, come accusatore, in una serie di processi politici contro esponenti della fazione dominante degli Scipioni. Nel 184 AC, quale censore, promosse numerose opere pubbliche ed esercitò la carica presentandosi come il campione delle antiche virtů romane contro la degenerazione dei costumi e il dilagare di tendenze individualistiche, parzialmente influenzate dalla cultura ellenistica.

La censura di Catone rimase celebre per l'intransigenza con la quale egli esercitò la carica, dando sfogo al suo rigore moralistico. Anche in seguito, il suo atteggiamento gli procurò molte inimicizie e fu spesso coinvolto in processi, come accusatore e come difensore.

Nel 155 AC parlò contro i tre filosofi, Carneade, Diogene e Critolao, che Atene aveva inviato a Roma come ambasciatori, ottenendone l'espulsione (probabilmente, come conservatore, temeva che costoro potessero insinuare, nella mentalità dei Romani colti, dubbi sulla validità del modello etico tradizionale). Catone non proponeva un globale rifiuto della cultura greca, ma una cernita attenta delle nuove idee, che arginasse le spinte razionalistiche e l'affermarsi dell'uomo "carismatico" nell'intento di mantenere l'integrità dei costumi antichi. Nel 153 AC, nel corso di una visita a Cartagine, giunse alla conclusione che la sopravvivenza di Roma era legata alla distruzione della sua antica rivale, perciò sostenne la necessità di una terza guerra punica (149 AC-146 AC), che annientasse Cartagine, ma morì nel 149 AC, senza vedere la distruzione della città nemica.

Table of contents
1 Opere
2 La battaglia politico-culturale di Catone
3 Scritti su Catone

Opere

Le Origines, ossia gli inizi della storiografia senatoria

Catone scrisse le Origines in vecchiaia, dando inizio alla storiografia in latino. Per l'annalistica romana in lingua greca, come quella del senatore Gaio Acilio e di Aulo Postumio Albino, console nel 151 AC, il Censore ostentava derisione e disprezzo. Fino dai suoi inizi, la storiografia romana era stata elaborata soprattutto da membri della élite senatoria, anche se non da personaggi politicamente eminenti. Il caso di Catone, ossia di un uomo politico di primo piano che scrive storia (altra cosa sono i Commentarii autobiografici di personaggi come Silla o Cesare) restò isolato nella cultura latina, ma conferì alla nascente storiografia romana un vigoroso impegno politico.

Nell'opera storica di Catone avevano largo spazio le sue preoccupazioni per la dilagante corruzione dei costumi e la rievocazione delle battaglie personalmente condotte per la saldezza dello Stato, contro l'emergere di singoli personaggi di prestigio con marcate tendenze all’individualismo ed al culto della personalità, come alcuni membri della cerchia scipionica (soprattutto l'Africano Maggiore). Catone, perciò, accoglieva nelle Origines le proprie polemiche politiche e riportava alcune delle sue orazioni, privilegiando la storia contemporanea alla quale era dedicata quasi la metà di un'opera che si rifaceva alle origini di Roma. Nel tentativo di combattere il culto "2carismatico" delle grandi personalità, Catone elaborò una concezione della storia di Roma che insisteva soprattutto sulla formazione dello Stato e delle sue istituzioni attraverso i secoli.

La creazione dello stato romano era vista come l'opera collettiva del Populus Romanus stretto intorno alla classe dirigente senatoria. Catone, perciò, non faceva i nomi dei condottieri, né romani né stranieri. Talora Catone portava nella storia i nomi di personaggi oscuri, di eroi meritevoli di essere presi ad emblema dell'eroismo del popolo romano. Forse la provenienza extraurbana di Catone contribuì al suo interesse per la storia delle popolazioni italiche. Catone, inoltre, manifestava un interesse quasi etnografico per i popoli stranieri.

Il trattato sull'agricoltura

Il De agri cultura non lascia spazio agli ornamenti letterari nĂ© alle riflessioni filosofiche sulla vita e il destino degli agricoltori diffuse in tanta parte della successiva trattatistica agricola latina. L'opera consiste in una serie di precetti esposti in forma asciutta e schematica, ma di grande efficacia. Il tono precettistico e sentenzioso doveva essere particolarmente caro a Catone. Nel De agri cultura č importante il proemio, nel quale Catone indica nell'agricoltura un'attivitĂ  che motivi di opportunitĂ  sociale consigliavano di preferire ad altre, come l'immorale prestito a usura, o il troppo rischioso commercio transmarino.

L'agricoltura č piů sicura e piů onesta, e col lavoro agricolo si formano i buoni cittadini e i buoni soldati. Il tipo di proprietĂ  che Catone descrive rappresenta, probabilmente, il passaggio dalla piccola proprietĂ  familiare alle vaste tenute basate sullo sfruttamento intensivo del lavoro degli schiavi. Catone, homo novus che ha assorbito i valori dell'aristocrazia, tenta di dare basi economiche e ideologiche al dominio aristocratico e mostra alla nobiltĂ  ed ai ceti da essa egemonizzati come trovare una fonte di grossi profitti in quel possesso fondiario che costituisce il retaggio tradizionale dei gruppi dirigenti, senza bisogno di rivolgersi a forme piů pericolose di investimento (dalle quali tuttavia Catone personalmente non rifuggiva, infatti, č noto il suo coinvolgimento nei commerci marittimi).

Restando attaccata alla terra, la classe dirigente avrebbe conservato i valori etico-politici che erano il fondamento ideologico del suo potere. Il de agri cultura costituisce una precettistica generale del comportamento del proprietario terriero, che, proposto, secondo la tradizione patriarcale, nelle vesti di Pater familias, deve essere presente il piů possibile nella propria tenuta per sorvegliare la puntuale esecuzione di tutti i lavori.

Lo stile č scarno e conciso, ma colorito da espressioni di saggezza popolare e campagnola che volentieri si esprimono in formulazioni proverbiali. All’effetto contribuisce la patina arcaizzante della lingua. La societĂ  descritta da Catone con non č, comunque, una bonaria civiltĂ  agricola patriarcale, infatti da alcuni passi traspare la brutalitĂ  dello sfruttamento degli schiavi, inoltre, nel De agri cultura l'attivitĂ  agricola č considerata come un'impresa su vasta scala: il proprietario deve avere vasti magazzini in cui tenere depositata la merce in attesa del rialzo dei prezzi, deve comprare il meno possibile e vendere il piů possibile, avere la mentalitĂ  del produttore e non quella del consumatore.

Emergono i tratti salienti dell'etica catoniana. Virtů come la parsimonia, l'intransigenza, l'operositĂ , il disprezzo per le ricchezze e la resistenza alla seduzione dei piaceri mostrano come il rigore catoniano non č la saggezza pratica di un contadino ingenuo e incorrotto, ma rappresenta il risvolto ideologico di un'esigenza genuinamente pragmatica: trarre dall'agricoltura vantaggi economici accrescendo la produttivitĂ  del lavoro schiavistico ad essa applicato.

La battaglia politico-culturale di Catone

Lo stile oratorio di Catone era vivace e molto meno sostenuto ed arcaizzante di quello del trattato sull'agricoltura. Una famosa massima tratta dai Praecepta ad filium sembra sintetizzare le idee di Catone in fatto di retorica: rem tene, verba sequentur (abbi ben chiaro il contenuto e le parole verranno da sĂ©) un chiaro ripudio della retorica di matrice greca, anche se Catone conosceva perfettamente il greco, nonostante la tradizione secondo la quale solo in tarda etĂ  egli si sarebbe accostato allo studio di quella lingua. Il De agri cultura, infatti, si avvale largamente delle acquisizioni della scienza agricola greca e nelle orazioni la tecnica retorica di matrice greca piů che assente era sapientemente dissimulata in modo da dare l'impressione dell’immediatezza celando l'elaborazione a tavolino, inoltre, nel 191 AC, Catone aveva svolto importanti incarichi diplomatici in Grecia.

Personalmente impregnato di cultura greca, Catone non combatteva tanto quella cultura in sé, quanto certi suoi aspetti di critica dei valori e dei rapporti sociali tradizionali. Tali elementi "illuministici" della cultura greca potevano esercitare, agli occhi di Catone, un'azione corrosiva sulle basi etico-politiche della res publica e del regime aristocratico. Tali preoccupazioni spiegano probabilmente le espulsioni da Roma di filosofi e intellettuali greci, a partire dal 173 AC. Catone temeva che l'imitazione di certi costumi ellenizzanti potesse mettere in pericolo l'unità e la coesione interna dell'aristocrazia, portando all’affermazione di personalità carismatiche, di eccezionale prestigio.

In quest’ottica, č comprensibile la battaglia di Catone in favore delle leggi suntuarie che, limitando i consumi dei ricchi aristocratici, limitavano anche le manifestazioni di sfarzo e di ostentazione da parte di singoli gruppi familiari. Cercando di impedire che i patrimoni fossero dissipati in vane manifestazioni di prestigio, le leggi suntuarie cercavano anche di evitare il sorgere di eccessive disuguaglianze economiche all'interno della classe dirigente, pericolose perchĂ© potevano insidiarne la stabilitĂ .

Nella sua opera letteraria, Catone, probabilmente, tentò di elaborare una cultura che, mantenendo radici ben salde nella tradizione romana, sapesse accogliere gli apporti greci senza tuttavia farne aperta propaganda. Catone, comunque, fu in buoni rapporti con Scipione l'Emiliano e, tramite gli intellettuali della cerchia dell'Emiliano, la cultura greca, penetrando in Roma, fu incanalata negli argini voluti dall'aristocrazia romana, lasciando filtrare un po' di razionalismo, in una misura forse superiore a quella che Catone avrebbe potuto sopportare, ma sempre mantenendosi entro i limiti del conservatorismo politico-sociale.

Catone il Censore divenne il proverbiale, rigido custode della tradizione e del conservatorismo. Figura che assommava in sĂ© le virtů fondamentali della Roma del passato: austeritĂ , parsimonia, attaccamento al lavoro, rigore morale. Dopo il IV secolo DC la conoscenza diretta delle sue opere andò perduta e sopravvisse solo il De agri coltura.

Scritti su Catone

Di Catone si sono occupati nei loro scritti:

Generi letterari
Autobiografia e Biografia | Poesia | Teatro | Fantascienza | Fantasy | Fantapolitica
Letteratura Epica, Mitica, Gotica, Horror, per ragazzi, Satirica, Western
Narrativa e Romanzo: Romanzo d'appendice, d'avventura, storico, giallo
Fumetto e Manga
La letteratura nel mondo
Letteratura bulgara, francese, giapponese, greca, inglese, italiana, latina, russa, tedesca, ungherese
Scrittori celebri | Poeti celebri | Scrittori e poeti italiani

GNU Fdl - it.Wikipedia.org




Google | 

Enciclopedia |  La Divina Commedia di Dante |  Mappa | : A |  B |  C |  D |  E |  F |  G |  H |  I |  J |  K |  L |  M |  N |  O |  P |  Q |  R |  S |  T |  U |  V |  W |  X |  Y |  Z |