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Comunità degli Stati Indipendenti

Questo articolo è parte della serie Storia della Russia
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Comunità degli Stati Indipendenti
Russia post-comunista

La Comunità degli Stati Indipendenti (CIS), (in russo: Содружество Независимых Государств - Sodruzhestvo Nezavisimykh Gosudastv), consiste in 12 dei 15 stati dell' ex Unione Sovietica; gli esclusi sono i 3 paesi baltici.

Nel 1991, i capi di governo della Bielorussia, Ucraina e Russia si riunirono nei dintorni di Brest, Bielorussia e siglarono un accordo per la fondazione della CIS. Il 21 dicembre, 1991 undici stati dell' ex Unione Sovietica (con esclusione di Lituania, Lettonia, Estonia e Georgia), firmarono il Trattato di Alma Ata in Kazakhistan, che ratificava de facto l'iniziale accordo a tre.

La sede della CIS è a Minsk, Bielorussia. Gli 11 stati membri originari sono Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Kazakhistan, Kirghizistan, Moldavia, Russia, Tagikistan, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan. Nel dicembre 1993, anche la Georgia si unì alla CIS in circostanze controverse, a seguito di una guerra civile nella quale truppe russe intervennero militarmente per ristabilire l'ordine pubblico.

Nonostante la CIS abbia pochi poteri sovranazionali, è qualcosa di più che un'organizzazione simbolica ed ha un reale potere di coordinamento nel commercio, nelle finanze, nel campo legislativo e nella sicurezza. Il più significativo sforzo del CIS è stato la creazione di una zona di libero scambio ed unione economica fra gli stati membri, che entrerà in vigore nel 2005. Ha anche promosso iniziative di cooperazione nella democratizzazione e nella prevenzione dei crimini internazionali.

Durante le Olimpiadi del 1992, gli atleti degli stati del CIS hanno gareggiato insieme per l'ultima volta. Da allora, ogni stato membro affronta le competizioni sportive sotto le proprie bandiere nazionali.

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Comunità degli Stati Indipendenti; (CIS)
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