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Confederazione Tedesca

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Storia della Germania.
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Storia della Germania dal 1945

La Confederazione tedesca (in tedesco Deutscher Bund) fu una libera associazione di Stati tedeschi formata dal Congresso di Vienna del 1815. La Confederazione aveva esattamente gli stessi confini del Sacro Romano Impero dopo la Pace di Westfalia (ad eccezione delle Fiandre), ma contrariamente alla struttura precedente, gli stati membri erano pienamente sovrani.

La Confederazione collassò quando il Regno di Prussia e l'Austria entrarono in guerra nel 1866. Tutti gli stati costituenti divennero parte dell'Impero Germanico nel 1871, eccetto Austria, Liechtenstein, e Lussemburgo (vedi Stati membri della Confederazione Tedesca).

Impatto della Rivoluzione Francese e delle invasioni Napoleoniche

Il tardo XVIII secolo, fu un periodo di riforme politche, economiche, intellettuali e culturali, riconducibili all'Illuminismo (rappresentato da figure come Locke, Rousseau, Voltaire, e Adam Smith), ma che coinvolsero anche il Romanticismo. Queste culminarono nella Rivoluzione Francese, dove la libertĂ  dell'individuo e delle nazioni venivano asserite, in contrasto con il privilegio e le tradizioni. Composte da una grande varietĂ  di tipi e teorie, queste idee giunsero in risposta alla disintegrazione dei precedenti percorsi culturali, e si accoppiarono ai nuovi percorsi creati dal sorgere del capitalismo industriale.

Ad ogni modo, la sconfitta di Napoleone Bonaparte, permise la sopravvivenza di stati reazionari come il Regno di Prussia e l'impero Austriaco, gettando le basi, al Congresso di Vienna, all'alleanza che si sforzò di opporsi alle richieste radicali di cambiamento annunciate dalla Rivoluzione Francese. Le Grandi Potenze, al Congresso di Vienna del 1815, miravano a riportare l'Europa, il piů possibile, alle sue condizioni di prima della guerra, combattendo sia il liberalismo che il nazionalismo e creando una barriera attorno alla Francia. Con la posizione austriaca sul continente, intatta e apparentemente sicura, sotto la guida del premier reazionario Klemens von Metternich, l'Impero Asburgico sarebbe servito da barriera per contenere anche l'emergere degli stati nazionali italiano e tedesco, oltre a contenere la Francia. Ma questo equilibrio di potere reazionario, mirato a bloccare il nazionalismo italiano e quello tedesco sul continente era precario.

Dopo la sconfitta finale di Napoleone a Waterloo nel 1815, gli Stati tedeschi si unirono nella Confederazione tedesca (Deutscher Bund) - un organizzazione abbastanza lasca, specialmente perchč i due rivali, Prussia e Austria, temevano la dominazione da parte dell'altro.

Agli osservatori contemporanei, una solevazione rivoluzionaria post-Napoleonica , comunque, apparirebbe improbabile. Anche se in seguito sarebbe emerso come stato tedesco dominante, base politica della Germania unita, e potenza che avrebbe tentato di ottenere il predominio globale verso la fine del XIX secolo, la Prussia era apparentemente arretrata. Sotto la Prussia, la reazione risaliva alla caduta dei Cavalieri Teutonici. Anche se le strutture agricole erano state organizzate in forma molto decentralizzata sotto l'Ordine Teutonico, la nobiltĂ  Prussiana avrebbe in seguito espanso le sue proprietĂ  a scapito dei contadini, nei territori un tempo appartenuti all'Ordine Teutonico, riducendoli a una tranquilla servitů. Sotto la Prussia, anche l'ascesa della borghesia urbana sarebbe stata notevolmente ostacolata. I Junker cercavano di ridurre le cittĂ  alla dipendenza, cortocircuitandole con le loro esportazioni, lasciando poco potenziale rivoluzionario al lavoro - urbano e rurale - libero dagli obblighi feudali. In Inghilterra e in Francia, che si dimostrarono piů ricettive alla democrazia occidentale, dall'Illuminismo alla sconfitta tedesca nella seconda guerra mondiale, il declino degli obblighi feudali era connesso allo sviluppo della borghesia urbana, per gli Hohenzollern invece, questo portò alla costituzione di uno stato centralizzato, che spiega il debole sviluppo del governo parlamentare nella Prussia. Per l'epoca delle guerre Napoleoniche, la Prussia era uno stato arretrato, radicato nelle virtů della sua consolidata classe aristocratico-militare, stratificata da rigide linee gerarchiche.

Eccetto la Prussia, la Germania nel suo insieme (o piů precisamente le molte Germanie), era caratterizzata da disunitĂ  politica, da conflitti di interessi tra nobili e mercanti, dal sistema delle gilde, che scoraggiava competizione e innovazione. Questi fattori ritardarono il progresso dell'industrialismo tedesco. Mentre questo ridusse la classe media, concedendo al vecchio ordine una misura di stabilitĂ  mai vista in Francia, la vulnerabilitĂ  Prussiana all'esercito Napoleonico, provò a molti reazionari ricettivi del vecchio ordine, che una Germania debole, divisa e arretrata poteva cadere facilmente preda dei suoi vicini uniti e industrializzati.

Dopo il 1815, le iniziali sconfitte prussiane contro la Francia Napoleonica evidenziarono la necessitĂ  si riforme amministrative, economiche e sociali, per migliorare l'efficenza della burocrazia e incoraggiare una educazione pratica basata sul merito. Ispirate dall'organizzazione Napoleonica delle principalitĂ  italiane e tedesche, le riforme apparentemente liberali di Karl August von Hardenberg e del Conte Stein furono completamente conservatrici, promulgate per preservare i privilegi e le istituzioni aristocratiche durante un'epoca di riforma, reazione e rivoluzione aperta dalla Rivoluzione Francese con la costruzione di un competente esercito nazionale.

Le riforme gettarono le fondamenta per il futuro della potenza militare Prussiana, tramite la professionalizzazione dell'esercito, e decretando la coscrizione militare universale. Per industrializare all'interno della struttura delle istituzioni aristocratiche prussiane, le riforme terriere cessarono il monopolio Junker sulla proprietĂ  terriera, abolendo di conseguenza la servitů e molte altre pratiche feudali.

Romanticismo, nazionalismo, liberalismo a la "Vormärz era"

Anche se le forze liberate dalla Rivoluzione Francese sembravano apparentemente sotto controllo dopo il Congresso di Vienna, il conflitto tra forze conservatrici e liberali nazionalisti venne al massimo rinviato. L'epoca fino alla fallita rivoluzione del 1848, in cui queste tensioni si accumularono, viene comunemente definita come Vormärz, "pre-zarzo", con riferimento allo scoppio delle rivolte nel marzo 1848.

Questa competizione richiese alle forze del vecchio ordine di misurarsi con quelle ispirate dalla Rivoluzione Francese e dei Diritti dell'Uomo. La ripartizione sociologica della competizione fu da una parte agganciata principalmente a commercio e industria, e dall'altra associata all'aristocrazia terriera o militare (i Junker) in Prussia, le forze dietro l'Impero Asburgico in Austria, e i fiancheggiatori conservatori deli piccoli principati e delle cittĂ  stato in Germania. Nel frattempo, le richieste per un cambiamento dal basso erano fermentate fin dall'infulenza della Rivoluzione Francese. Attraverso tutta la Confederazione tedesca, l'influenza austriaca era dominante, e portava all'ira dei movimenti nazionalistici. Metternich considerava il nazionalismo, specialmente i movimenti giovanili nazionalistici, il pericolo piů pressante, che potevano non solo ripudiare la preponderanza austriaca sulla Confederazione, ma anche stimolare un sentimento nazionalista all'interno dell'Impero Austriaco stesso. In quanto entitĂ  multinazionale poliglotta, nella quale Slavi e Magiari oltrepassavano di gran lunga i Tedeschi, la prospettiva di sentimeni Cechi, Slovacchi, Ungheresi, Polacchi, Serbi o Croati, accompagnati al liberalismo della classe media era certamente orripilante.

La "Vormärz era" vide figure come Johann Wolfgang Von Goethe, Johann Gottlieb Fichte, e Johann Gottfried von Herder, promulgare il nazionalismo Romantico. Altri promulgarono queste idee tra i giovani. La societĂ  ginnica di Padre Friedrich Jahn espose la gioventů della classe media tedesca alle idee nazionaliste, che presero la forma delle confraternite universitarie nazionaliste conosciute come Burschenschaften. Il Festival di Wartburg del 1817 celebrò Martin Lutero come un nazionalista proto-tedesco, collegando Luteranesimo e nazionalismo tedesco, aiutando a destare i sentimenti religiosi in favore della causa nazionale tedesca. Il festival culminò con l'assassinio di una spia del servizio segreto russo, un altro impero multinazionale che cercava disperatamente di aggrapparsi al vecchio ordine, così come esisteva prima della Rivoluzione Francese. Metternich reagì rapidamente e con severitĂ , usando questo pretesto per persuadere la Dieta della Confederazione ad emanare i Decreti di Carlsbad del 1819, che disciolsero i Burschenschaften, schiacciarono la stampa liberale, e restrinsero severamente le libertĂ  accademiche.

Integrazione economica

Nel frattempo, la Prussia avrebbe continuato a reprimere il liberalismo e proseguito con le riforme dall'alto. Ulteriori tentativi di migliorare la Confederazione iniziarono nel 1834 con la fondazione dell'unione doganale, la Zollverein. Nel 1834 il regime prussiano avrebbe stimolato un'ampia serie di vantaggi commerciali e industriali per decreto — una continuazione logica del programma intrapreso da Stein e Hardenberg meno di due decenni prima. Inavvertitamente, queste riforme avrebbero innesacato il movimento per l'unificazione e aumentato le richeste della classe media per ulteriori diritti politici, ma l'arretratezza del periodo e la paura prussiana nei confronti dei suoi vicini piů forti erano la minaccia maggiore. L'unione doganale aprì un mercato comune e pose fine alle tariffe locali tra stati. Standardizzò inoltre pesi, misure e valute all'interno degli stati membri (ad esclusione dell'Austria), formando le basi di un economia proto-nazionale.

Nel 1842 la Zollverein includeva la maggior parte degli Stati tedeschi. Nei venti anni successivi la produzione delle fonderie tedesche quadruplicò. La produzione di carbone crebbe anch'essa rapidamente. Come risultato, gli industriali tedeschi, specialmente la Krupp fondata da Alfred Krupp, avrebbero introdotto l'invenzione della pistola in acciaio, gli assali in acciaio fuso, e il fucile a retrocarica, esemplificando la ruiscita applicazione tedesca della tecnologia agli armamenti. La sicurezza della Germania venne notevolmente aumentata, lasciando lo stato prussiano e l'aristocrazia terriera al sicuro dalle minacce esterne. I produttori tedeschi lavorarono pesantemente anche in settori diversi da quello della difesa. La Gran Bretagna non sarebbe piů stata in grado di soddisfare la metĂ  del fabbisogno tedesco di manufatti, come avveniva in precedenza.

Comunque, sviluppando una forte base industriale, lo stato prussiano rafforzò la classe media e quindi il movimento nazionalista. L'integarazione economica, aumentò in particolar modo la coscienza nazionale tra gli stati tedeschi, e rese l'unitĂ  politica uno scenario molto piů probabile. La Germania finalmente iniziava ad esibire tutte le caratteristiche di una proto-nazione.

Il fattore cruciale che permise al regime conservatore prussiano di sopravvivere alla "Vormärz era" fu una coalizione di massima tra i settori guida della classe alta terriera e gli interessi emergenti del commercio e dell'industria. Marx e Engels, nella loro analisi delle fallite rivoluzioni del 1848, vennero ai termini con tale coalizione: "una classe commerciale e industriale che č troppo debole edipendente per prendere il potere e governare nel suo diritto e che perciò si getta nelle braccia dell'aristocrazia terriera e della burocrazia reale, scambiando il diritto di governare per il diritto di fare soldi". E' necessario aggiungere che, anche se l'elemento commerciale e industriale č debole, deve essere abbastanza forte (o deve rapidamente divenire abbastanza forte) da diventare degno di essere cooptato, e la Rivoluzione Francese terrificò sufficentemente gli elementi piů ricettivi tra i Junker prussiani, per far si che lo stato fosse sufficentemente accomodante.

Mentre una stabilitĂ  relativa fu mantenuta fino al 1848, con abbastanza elementi borghesi che si accontentavano di scambiare "il diritto di governare con il diritto di fare soldi", la classe alta terriera vide affondare la sua base economica. Mentre la Zollverein portò il progresso economico e aiutò a tenere i borghesi calmi per un po', avrebbe anche incrementato rapidamente le fila della classe media — la vera base sociale del nazionalismo e del liberalismo, che lo stato prussiano cercava di fermare.

La Zollverein rappresentò uno spostamento verso l'integrazione economica , il moderno capitalismo industriale e la vittoria del centralismo sul localismo, portando rapidamente al termine l'era delle gilde nei piccoli stati principeschi della Germania. Questo avrebbe preso forma nella rivolta dei tessitori della Slesia, nel 1844, che testimoniarono la distruzione della loro vita da parte delle nuove manifatture. Incapaci di competere con l'efficenza industrale, gli operai tessili videro svanire rapidamente la loro base economica. Questa base di piccoli artigiani, tessitori, commessi, commercianti e piccoli imprenditori, avrebbe posto in seguito una minaccia al Secondo Reich, dominato dalla coalizione emergente della classe alta terriera e degli industriali. Questi aspri conflitti di classe, la debolezza della tradizione democratica, e la ristretta base sociale dell'aristocrazia terriera e militare, sarebbero state piů tardi quietate dai mezzi autoritari di governo del Secondo Reich, specialmente durante la repressione di Cattolici e Socialisti condotta da Bismarck.

La Zollverein indebolì anche il dominio austriaco della Confederazione poichč l'unitĂ  economica aumentò il desiderio di unitĂ  politica e nazionalismo. Negli anni seguenti, gli altri stati tedeschi iniziarono a guardare alla Prussia, e non all'Austria, come alla loro guida.

Le rivoluzioni del 1848

Comunque, a questo punto, la Zollverein, non era piů sufficente ad eliminare il desiderio della classe media tedesca di raggiungere il diritto di governare. Le notizie della rivoluzionde del 1848 a Parigi, raggiunsero rapidamente la scontenta borghesia liberale e la piů radicale classe operaia, lasciando incolumi solo i regimi piů liberali dei Romanov e dell'Impero Ottomano.

Il 15 marzo 1848, i sudditi di Federico Guglielmo IV di Prussia diedero respiro alle loro, da lungo represse, aspirazioni politiche con rivolte violente a Berlino, mentre nella capitale francese, barricate vennero erette in tutta la città per contenere i combattimenti urbani tra parigini ed esercito. Quando Luigi Filippo di Francia scappò in Inghilterra, il re prussiano, intimorito e costretto, capitolò davanti alla richiesta rivoluzionaria, promettendo una costituzione e un parlamento e il supporto all'unificazione tedesca.

Nel frattempo, dal punto di vista del monarca, per lo meno il suo regime era ancora in piedi. In Francia, dove l'aristocrazia conservatrice venne sonoramente messa da parte dalle rivoluzioni del 1789, 1830, e 1848, la nuova Seconda Repubblica sfociò nella guerra civile tra gruppi rivoluzionari rivali — la borghesia moderata che favoriva l'ordine e la democrazia costituzionale e i socialisti, appoggiati dalle masse operaie parigine. A Parigi i disoccupati, al grido di "pane o piombo", innalzarono la bandiera rossa, fu la prima volta in cui questa emerse come simbolo del proletariato, ed eressero barricate per rovesciare la Seconda repubblica. Era dai tempi del "Terrore"" che Parigi non vedeva conbattimenti su questa scala, in seguito soffocati dalla selvaggia repressione che lasciò un amaro rancore tra il proletariato francese e gli elementi borghesi.

Il 18 maggio il Parlamento di Francoforte aprì la sua prima sessione con membri provenienti dai vari Stati tedeschi e dell'Austria. Questo si divise immediatamente tra i fautori della kleindeutsche (piccola Germania) e della grossdeutsche (grande Germania). La prima favoriva la Prussia a cui veniva offerta la corona imperiale. La seconda favoriva la corona degli Asburgo a Vienna, che avrebbe integrato Austria e Boemia (ma non l'Ungheria) nella nuova Germania.

Da maggio a dicembre, l'Assemblea dibattč eloquentemente su argomenti accademici, mentre i conservatori reagirono prontamente contro i riformatori. Nel frattempo, tale competizione intensificò le tendenze reazionarie ed autoritarie nella classe alta terriera, che vide le sue basi economiche affondare, così come avvenne nell'Austria di Metternich e nella Russia del rigido reazionario Nicola I. Questa, si rivolse quindi alle leve politiche per preservare il suo potere. Poichč l'esercito prussiano si rivelò fedele, e i contadini si mostrarono disinteressati, il Re Federico Guglielmo riacquistò confidenza. Mentre l'Assemblea emanava la sua Dichiarazione dei diritti del popolo tedesco, e venne stesa una costituzione (escludendo l'Austria che aveva rifiutato completamente l'offerta), la guida del Reich venne offerta a Federico Guglielmo, che rifiutò di prenderla "raccogliendo una corona dalle fogne". Molti delegati tornarono a casa, e l'esercito prussiano rispose placando qualche rivolta. Migliaia di liberali della classe media fuggirono all'estero, specialmente negli Stati Uniti.

Nel 1850 il re prussiano emanò la sua costituzione, in risposta alla fallità rivoluzione dal basso. Il suo documento sponsorizzava una Confederazione degli stati tedeschi del nord e concentrava il potere reale nelle mani del Kaiser e delle classi alte. Comunque, la Prussia rispose alla pressione russa ed austriaca, che temevano una Germania forte dominata dalla Prussia, alla conferenza di Olomouc, conosciuta come l'"umiliazione di Olmütz".

Bismarck e la guerra di unificazione

Poco dopo l'"umiliazione di Olmütz", una nuova generazione di statisti iniziò a dare risposta, per i propri fini, alle richieste popolari per l'unità nazionale, non solo in Germania, ma anche in Italia e Giappone, portando avanti la tradizione prussiana dell'autocrazia e delle riforme dall'alto. Ci volle una guida molto abile per trascinarsi dietro gli elementi reazionari meno ricettivi, e Italia e Germania riuscirono a conseguire questo compito apparentemente paradossale di una modernizzazione conservatrice. Bismarck, come Stein e Hardenberg, cercò in ostanza di preservare la posizione degli Junkers in un periodo di grandi cambiamenti. Bismarck, infatti, venne nominato dal Kaiser Guglielmo I per aggirare i liberali nel lastag che si opponevano all'ingrandimento militare del Kaiser, a causa della sua natura elitaria. Gradualmente, i Junkers, guidati dal Bismarck, avrebbero vinto sulla classe media, reagendo ai loro sentimenti rivoluzionari, espressi nel 1848, con la fornitura di opportunità economiche per le quali la classe media urbana aveva lottato.

Un fatto notevole circa il corso della modernizzazione conservatrice, č l'apparizione di una galassia di capi politici distinti; Cavour in Italia; in Germania, Stein, Hardenberg, e Bismarck, il piů famoso di tutti; in Giappone gli statisti dell'epoca Meiji. Sembra improbabile che la comparsa di una simile leadership in circostanze similari possa essere pura coincidenza. Tutti erano conservatori, relativamente allo spettro politico della loro epoca e della loro nazione, devoti alla monarchia, disposti e in grado di usarla come strumento di riforma, modernizzazione e unitĂ  nazionale. Anche se tutti erano aristocratici, erano dissidenti o esterni, relativamente al vecchio ordine, al punto che nel loro retroterra aristocratico, nell'abitudine al comando e nella predisposizione alla politica si può rintracciare un contributo dell' ancien regime agrario alla costruzione di una nuova societĂ .

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