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Impero Germanico


Bandiera dell'Impero Germanico

Questo articolo è parte della serie
Storia della Germania.
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Germania Nazista
Storia della Germania dal 1945

Il termine Impero Germanico (traduzione dal tedesco di Deutsches Reich) si riferisce comunemente alla Germania, dalla sua consolidazione in uno stato unificato, nel gennaio 1871, fino all'abdicazione del Kaiser (Imperatore) Guglielmo II nel novembre 1918. I tedeschi, quando si riferiscono al Reich di questo periodo sotto i Kaiser, usano tipicamente il termine Kaiserreich. A volte in italiano (ma raramente in tedesco) si usa anche "il Secondo Reich", contando il Sacro Romano Impero come il primo e la Germania Nazista come il Terzo Reich.

Si deve comunque notare che Deutsches Reich era il nome ufficiale dello stato sia in questo periodo che durante tutto il periodo della Germania Nazista, che termino con la seconda guerra mondiale.

Table of contents
1 Bismarck fonda l'Impero
2 Modernizzazione conservatrice
3 Militarismo
4 Il Dopo-Bismarck
5 Analisi

Bismarck fonda l'Impero

Sotto l'apparenza dell'idealismo che lascia strada al realismo, il nazionalismo tedesco si spostò rapidamente dal suo carattere liberale e democratico del 1848 alla Realpolitik autoritaria del Cancelliere prussiano Otto von Bismarck. Bismarck voleva l'unificazione per raggiungere il suo scopo di uno stato tedesco conservatore e dominato dalla Prussia. Egli riuscì nel suo intento attraverso tre successi militari:

  1. In primo luogo si alleò con l'Impero Austro-Ungarico allo scopo di sconfiggere la Danimarca in una breve guerra combattuta durante il 1864, acquisendo in questo modo lo Schleswig-Holstein.
  2. Nel 1866, in concerto con l'Italia, attaccò e sconfisse l'Austria nella battaglia di Königgratz, il che, nello stesso anno, gli permise di escludere l'antico rivale austiaco quando formò la Confederazione della Germania del Nord, il diretto precursore dell'Impero del 1871, con gli stati che avevano appoggiato la Prussia nella Guerra Austro-Prussiana.
  3. Infine, sconfisse la Francia nella Guerra Franco-Prussiana (1870-1); la Confederazione venne trasformata in Impero con l'incoronazione del Re prussiano Guglielmo I come Imperatore Tedesco, al palazzo di Versailles, per l'umiliazione dei francesi.

Bismarck stesso preparò a grandi linee la Costituzione della Germania del Nord del 1866, che sarebbe poi diventata, con qualche aggiustamento, la Costituzione dell'Impero Germanico del 1871. La Germania, assieme agli altri governi autoritari di Italia e Giappone, acquisì alcune caratteristiche democratiche: principalmente il Reichstag, un parlamento con poteri limitati, eletto direttamente con suffragio maschile. Comunque, la legislazione richiedeva anche il consenso del Bundesrat, il consiglio federale dei deputati degli stati, nel quale la Prussia dominava. Quindi, dietro a una facciata costituzionale, la Prussia esercitava un influenza predominante in entrambi i corpi, con il potere esecutivo investito dal Kaiser, che nominava il Cancelliere federale; Otto von Bismarck. Mentre gli stati minori mantenevano i loro governi, le forze armate erano controllate del governo federale, in pratica dalla Prussia. Anche se autoritario per molti aspetti, l'Impero permise lo sviluppo dei partiti politici.

L'evoluzione dell'autoritario Impero Germanico è in qualche modo in linea con gli sviluppi paralleli di Italia e Giappone. Similarmente a Bismarck, il conte Camillo Benso di Cavour, in Italia, usò la guerra e la diplomazia per raggiungere i suoi obiettivi: si alleò con la Francia prima di attaccare l'Austria, assicurandosi l'unificazione nazionale ad eccezione delle Venezie e dello Stato Pontificio, nel 1861. Negli interesti del Regno di Sardegna, Cavour, ostile al nazionalismo più rivoluzionario dei liberali repubblicani come Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, cercò l'unità d'Italia attraverso linee più conservatrici. Anche il Giappone avrebbe seguito il corso della modernizzazione conservatrice, dalla caduta dello Shogunato Tokugawa e della Restaurazione Meiji fino al 1918, così come l'Italia di Cavour. Infatti, il Giappone istituì una commissione nel 1882, per studiare le varie strutture di governo del mondo, e rimase particolarmente impressionato dalla Germania di Bismarck, emanando una costituzione nel 1889 che formò una direzione con poteri analoghi a quelli del cancellierato di Bismarck, con un gabinetto che rispondeva unicamente all'Imperatore.

L'unificazione della Germania significò anche l'assorbimento dell'intero Regno di Prussia in essa. Le tre nuove province: Prussia Orientale, Prussia Occidentale e Provincia di Posen, che prima erano al di fuori della Confederazione Germanica vennero incorporate nel futuro stato tedesco. Un'altra provincia, la Slesia, era parte del Sacro Romano Impero assieme alla Boemia. Comunque, queste provincie avevano una nutrita popolazione polacca. L'annessione di queste quattro provincie pose la Germania in conflitto con i polacchi. Siccome la popolazione polacca cresceva più rapidamente e l'Ostflucht fece emigrare i tedeschi dall'est verso la Germania occidentale, le province orientali divennero gradualmente sempre più a maggioranza polacca.

Un fattore, ma solo uno, nell'anatomia sociale di questi governi era il mantenimento di una sostanziale fetta di potere politico da parte dell'elite terriera, a causa dell'assenza di istanze rivoluzionarie da parte dei contadini, e delle aree urbane.

Modernizzazione conservatrice

Le politiche interne di Bismarck giocarono un grande ruolo nel forgiare la cultura politica autoritaria del Secondo Reich. Meno preoccupato dalla politica delle potenze continentali che seguirono l'unificazione del 1871, il governo semi-parlamentare tedesco, portò avanti una rivoluzione politica ed economica dall'alto, relativamente tranquilla, che spinse la Germania lungo la via per diventare la principale potenze industriale dell'epoca.

Non solo i produttori tedeschi sottrassero mercato alle importazioni britanniche, per gli anni 1870, i produttori britannici delle industrie cardine della rivoluzione industriale iniziarono a sperimentare una reale competizione all'estero. L'industrializazione progredì dinamicamente in Germania e negli Stati Uniti, permettendogli di prevalere chiaramente sul vecchio capitlismo francese e britannico. L'industria tessile e metallurgica tedesca, ad esempio, avevano, all'inizio della Guerra Franco-Prussiana, sorpassato quella britannica per organizzazione ed efficenza tecnica, e usurpato i produttori britannici nel mercato interno. Per la fine del secolo, le industrie tedesche del metallo e dell'ingegnieria avrebbero prodotto pesantemente per il libero mercato di scambi della Gran Bretagna; quello che una volta era l'"officina del mondo".

Dopo aver ottenuto l'unificazione formale nel 1871, Bismarck dedicò molta della sua attenzione alla causa dell'unità nazionale e la conseguì attraverso l'ideologia del Prussianesimo. Conservatorismo cattolico, concettualizzato dalla svolta reazionaria del Vaticano di Papa Pio IX e del suo dogma dell'Infallibilità papale, e radicalismo della classe operaia, rappresentato dall'emergente Partito Socialdemocratico, reagirono entrambi in molti modi alle preoccupazioni di dislocazione da parte dei differenti segmenti della società tedesca, portate con un rapido cambiamento da una società basata sull'agricoltura a un moderno capitalismo industriale sotto tutela reazionaria. Mentre la pura e semplice repressione non riuscirono a contenere sia i socialisti che i cattolici, l'approccio "del bastone e della carota" di Bismarck, ammorbidì significativamene le opposizioni di entrambi i gruppi.

Si possono riassumere gli obiettivi di Bismarck sotto tre parole chiave: Kulturkampf, riforma sociale, e unità nazionale.

Kulturkampf: a seguito dell'incorporazione degli stati cattolici del sud, il cattolicesimo, rappresentato dal partito cattolico di centro, sebrava la minaccia principale al nazionalismo militar-aristocratico prussiano. I cattolici del sud, provenienti da una più forte base agraria e suddivisi sotto le gerarchie di contadini, artigiani, clero, e aristocrazia principesca dei piccoli stati, più spesso delle loro controparti protestanti del nord, ebbero dei problemi iniziali a competere con l'efficenza industriale e l'apertura ai commerci con l'estero degli Zollverein.

Per dettagli sulle misure prese da Bismarck, si veda l'articolo Kulturkampf. Dopo il 1878, la lotta contro il socialismo avrebbe unito Bismarck con il partito cattolico di centro, portando una fine al Kulturkampf, che aveva lasciato nei cattolici un irrequietezza maggiore di quanta non ne fosse esistita prima, e rafforzò il cattolicesimo in Germania piuttosto che indebolirlo.

Riforma sociale: per contenere la classe operaia e per indebolire il socialismo, la creazione, da parte di un Bismarck riluttante, di uno stato sociale particolarmente avanzato, diede alla classe operaia un motivo per adottare il nazionalismo tedesco. Il sistema di previdenza sociale (sanità nel 1883, assicurazione sugli infortuni nel 1884, pensione di invalitità e di anzianità nel 1889) instaurato a quell'epoca era il più avanzato del mondo e, in parte, esiste ancora nella Germania odierna.

Il Kulturkampf e la sopressione del socialismo si equivalsero sotto lo stato autocratico. La svolta reazionaria contro molti cattolici del sud, come nella rivolta dei tessitori della Slesia del 1844, pareggiò quella portata avanti contro il Partito Socialdemocratico (SPD), il quale reagì alle orribili condizioni di lavoro del capitalismo industriale e all'ulteriore "spremitura" della classe operaia portata dalla Lunga Depressione dopo il 1873.

Unificazione: gli sforzi di Bismarck iniziarono anche a livellare le enormi differenze tra gli stati tedeschi, che avevano avuto per secoli uno sviluppo indipendente, specialmente grazie alla legislazione.

Le storie legali e i sistemi giudiziari completamente differenti, posero enormi complicazioni, specialmente per il commercio interno. Mentre un codice commerciale comune era già stato introdotto dalla Confederazione nel 1861 (che venne adattato per l'Impero e, con grandi modifiche, e ancora valido oggi), c'erano altrimenti poche similitudini tra le leggi.

Nel 1871, venne introdotto un Codice Penale comune (Reichsstrafgesetzbuch); nel 1877, vennero stabilite delle procedure processuali comuni tramite il Gerichtsverfassungsgesetz, il Zivilprozessordnung e il Strafprozessordnung (sistema giudiziario, procedure civili e procedure penali). Nel 1873 la costituzione venne emendata pe permettere all'Impero di sostituire i numerosi e ampiamente diversi Codici Civili degli stati (se questi esistevano; ad esempio, parti della Germania precedentemente occupate dalla Francia Napoleonica avevano adottato il Codice Civile francese, mentre in Prussia l' Allgemeines Preußisches Landrecht del 1794 era ancora in vigore). Nel 1881, una prima commissione venne stabilita per produrre un Codice Civile comune a tutto l'Impero, uno sforzo enorme che avrebbe prodotto il Bürgerliches Gesetzbuch (BGB), probabilmente uno dei più impressionanti lavori legali del mondo; venne posto in vigore il 1 gennaio 1900. Basti dire, per la qualità concettuale di queste codificazioni, che tutte, anche se con molti emendamenti, sono state in vigore in Germania fino al 2002, quando sono state ristrutturate e riscritte.

Pur svolgendo molti dei compiti che sarebbero stati comunque portati a termine da una rivoluzione dal basso, gli effetti definitivi della modrnizzazione conservatrice sono distinti. Con il vero potere politico ancora nelle mani dell'aristocrazia, il semi-parlamentarismo tedesco cercò di preservare il più possibile dell'originale quadro sociale, anche quando la base economica dei proprietari terrieri diminuì in confronto all'industria. Il Secondo Reich venne seguito da un prolungato periodo di governo conservatore ed anche autoritario. La leadership dovette essere in grado di costruire un apparato burocratico sufficentemente potente, incuse le agenzie della repressione, le forze armate e la polizia. La razionalizzazione dell'ordine politico fu anch'essa necessaria, spezzando le unità territoriali consolidate, come le città stato indipendenti e i principati (come in Germania accadde anche in Italia). Ma al loro posto, un forte governo centrale avrebbe dovuto stabilire un'autorità forte e un sistema amministrativo uniforme, e un più o meno uniforme codice di leggi, atto a creare una macchina militare sufficientemente potente da essere in grado di realizzare i desideri dei propri governanti nell'arena della politica internazionale.

Militarismo

Uno dei sotto-prodotti della modernizzazione conservatrice fu il militarismo. Per unire le classi più alte – sia l'aristocrazia militare che gli industriali –, il militarismo si rivelò necessario per porseguire la modernizzazione senza cambiare le strutture socio-politiche. Ognuna delle elite della coalizione governante del Secondo Reich trovò dei vantaggi nell'espansione oltremare: i giganteschi monopoli volevano il supporto imperiale per assicurare gli investimenti oltremare contro la competizione e le tensioni politiche interne; i burocrati volevano più occupazioni, gli ufficiali militari volevano promozioni, e la tradizionale ma evanescente nobiltà terriera voleva titoli. Osservando la crescita del sindacalismo, del socialismo, e di altri movimenti di protesta durante l'era della società di massa, sia in Europa che, più tardi, in Nord America, l'elite in particolalre fu in grado di utilizzare l'imperialsmo nazionalista per cooptare il supporto della classe operaia. Cavalcando i sentimenti dell'eta Romantica di fine del XIX secolo, l'imperialismo inculcò le masse con le gloriose virtù neo-aristocratiche e aiutò a instillare degli ampi sentimenti nazionalistici. Quindi, la Prussia – erede dello "stato guarnigione" costruito da figure come Federico Guglielmo I e Federico il Grande nel XVIII secolo – riuscì a creare una macchina da guerra sufficentemente potente, non solo in grado di sfidare i rivali continentali come Austria e Francia, ma anche di rendere conosciuta la sua presidenza nell'arena della politica intenazionale. E la Prussia, ovviamente, contrariamente alle potenze occidentali aveva avuto in passato poco potere al di fuori dell'Europa, essendo completamente priva di una storia coloniale.

Gli imperialisti tedeschi ad esempio, sostenevano che la posizione di potenza mondiale dava ai britannici dei vantaggi inguisti sui mercati internazionali, limitando così la crescita economica tedesca e minacciando la sua sicurezza. Molti statisti e industriali europei volevano accellerare l'occupazione dell'Africa, garantendosi le colonie prima ancora che divenissero strettamente necessarie. Il loro ragionamento era che i mercati potevano ben presto divenire sovrabbondanti e la sopravvivenza economica di una nazione dipendeva dall'essere in grado di scaricare il surplus di produzione da altre parti. In risposta, gli imperialisti britannici come Joseph Chamberlain conclusero che l'imperialismo formale era necessario al Regno Unito a causa del relativo declino della sua quota di esportazioni mondiali e della crescita della competizione economica da parte di tedeschi, americani e francesi.

Le tendenze economiche giocarono certamente un ruolo principale, spiegando perchè gli statisti, da Jules Ferry a Francesco Crispi cercavano nuovi ruoli per le potenze emergenti da essi guidate, specialmente durante la Grande Depressione del 1873, ma gli spostamenti nell'equilibrio di potere europeo sono ciò che in ultima analisi facilitò l'espansionismo oltremare. Con l'oridne reazionario continentale, stabilito dal Congresso di Vienna, in frantumi, il fascino dell'imperialismo era un opzione non solo per le tradizionali potenze di Francia e Regno Unito. I nuovi stati nazionali di Germania] e Italia non erano più coinvolti in preoccupazioni continentali e dispute interne come prima della Guerra Franco-Prussiana.

Così, Bismarck, un tempo apertamente disinteressato nell'avventurismo d'oltremare, venne portato a realizzare il valore delle colonie per assicurarsi (nelle sue parole), "nuovi mercati per l'industria tedesca, l'espansione dei commerci, e nuovi campi per l'attività, la civiltà e il capitale tedesco". Le Potenze Centrali assolutiste, guidate da una recentemente unificata e dinamicamente industrializzata Germania, con la sua marina in espansione, che raddoppiò le sue dimensioni tra la Guerra Franco-Prussiana e la Grande Guerra, furono minacce strategiche ai mercati e alla sicurezza delle più consolidate potenze alleate e della Russia. Gli sforzi coloniali tedeschi a partire dal 1884 portarono solo a un piccolo impero d'oltremare, comparato a quelli di Francia e Regno Unito. Le successive iniziative di politica estera (soprattutto la grossa battaglia di flotte, sotto le leggi navali del 1898 e 1900) spinsero il Regno Unito all'allineamento diplomatico (l'Entente) con l'alleanza Franco-Russa, ancora appena avviata, al tempo della caduta di Bismarck.

Il Dopo-Bismarck

L'Impero fiorì sotto la guida di Bismarck, fino alla morte del Kaiser (marzo 1888). Nel cosidetto Dreikaiserjahr (Anno dei Tre Imperatori), Federico III, suo figlio e successore, regnò solo per 88 giorni, lasciando la corona al giovane e impetuoso Guglielmo II, che costrinse Bismarck a lasciare l'incarico nel marzo 1890.

Internamente alla Germania, l'opposizione del Partito Socialdemocratico (SPD), crebbe fino a renderlo il più grosso partito socialista del mondo, vincendo un terzo dei voti nelle elezioni del gennaio 1912 per il Reichstag (il parlamento imperiale). Il governo cionondimeno rimase nelle mani di una coalizione conservatrice appoggiata dai liberali di destra e dal clero cattolico, e pesantemente dipendente dal favore del Kaiser.

Il traballante equilibrio europeo si ruppe quando l'Austria-Ungheria, alleata della Germania fin dal 1879, dichiarò guerra alla Serbia (luglio 1914), dopo l'assassinio, avvenuto a Sarajevo, dell'erede al trono austriaco. La Germania supportò gli obiettivi in Serbia del suo leale alleato e firmò un "assegno in bianco" perchè li perseguissero con ogni mezzo ritenuto necessario. La Serbia era appoggiata dalla Russia, che era a sua volta alleata con la Francia. A seguito della decisione russa per la mobilitazione generale (ovvero, contro Austria-Ungheria e Germania), la Germania dichiarò guerra a Russia e Francia, in quello che chiamarono un attacco preventivo.

Questo fu l'inizio della prima guerra mondiale. Nonostante i successi iniziali, la Germania e i suoi alleati soffrirono la sconfitta militare davanti a un nemico rafforzato nel 1917 dagli Stati Uniti. Il Kaiser Guglielmo II venne spinto in esilio (novembre 1918) da una rivoluzione guidata dagli elementi dell'SPD e dei gruppi comunisti, che in seguito organizzarono il loro piano per ottenere il potere (gennaio 1919).

Nel giugno 1919, il Trattato di Versailles terminò formalmente la guerra. Venne firmato nella Sala degli specchi del Palazzo di Versailles, lo stesso luogo dove il Secondo Reich era stato proclamato quasi mezzo secolo prima. La Germania perse dei territori a favore della Francia, del Belgio, della ripristinata nazione polacca, e da altre parti, e fu condannato a pagare delle pesanti riparazioni di guerra per le sue responsabilità nello scoppio del conflitto.

Analisi

Il governo di Bismarck, basato sulla cooptazione e coercizione reazionaria e sulla perpetuazione delle "virtù Junker" di militarismo, gerarchia e autocrazia – intensifcate dal regno di un ancor più militarista Kaiser Guglielmo II – avrebbero contributo alla cultura politica nella quale il Nazismo avrebbe trovato una significativa base di supporto. Questo deve sollevare delle domande sul suo vero ruolo nella storia, nonostante l'era di progresso e prosperità sul quale presiedette. L'azione di Bismarck, richiese delle strategie per soprimere l'opposizione cattolia e socialista, promuovendo al tempo stesso il militarismo prussiano. Come risultato, in Germania, come in Giappone e in Italia, i successivi tentativi di estendere la democrazia avrebbero portato alla creazione di democrazie instabili (la Repubblica di Weimar, il Giappone degli anni '20 e l'Italia tra la fine della Grande Guerra e la nomina di Benito Mussolini a capo del governo nel 1922). Ognuna di queste democrazie costituzionali non riuscì a far fronte ai gravi problemi quotidiani e alla riluttanza o incapacità di avviare delle riforme strutturali fondamentali.

Nonostante gli avanzamenti in campo scientifico e industriale avvenuti sotto il Secondo Reich, la Germania mantenne un aspetto dispotico, a causa delle sue inclinazioni militariste e avendo ottenuto l'unificazione con "sangue e ferro". Le forze armate, riempite del militarismo dei Junker prussiani – la glorificazione della guerra, la suprema e indiscutibile lealtà allo stato, al capo e alla gerarchia – rimasero appassionatamente leali alla dinastia Hohenzollern. I valori del repressivo "stato guarnigione" prussiano, che affondano le proprie radici del sistema repressivo dell'agricoltura prussiana fin dalla sconfitta dei Cavalieri teutonici, sarebbe stato portato a un nuovo estremo dal Terzo Reich.

Il prussianismo fece presa perchè la prosperità soddisfava il vecchio supporto della base del ceto medio liberale, e la sollecitudine dello stato circa il benessere materiale vinse altro supporto, compreso quello della classe operaia. L'educazione tedesca emerse forte nei campi vocazionali, così come nella propaganda. Da parte dell'aristocrazia terriera arrivarono i concetti dell'inerente superirotà della classe governante e la sensibilità alle questioni dello status, tratti prominenti che si protrassero ben dentro al XX secolo. Nutrite da nuove fonti, queste concezioni sarebbero state in seguito volgarizzate e rese attraenti all'intera popolazione tedesca, con le dottrine della superiorità razziale. La burocrazia reale introdusse, contro una notevole resistenza aristocratica, l'ideale della completa obbedienza alle istituzioni, sopra le classi e l'individuo.

Alla base di queste correnti ci fu un secolo di evoluzione economica politica e culturale, che iniziò con un'agricoltura dominata per secoli dai metodi repressivi piuttosto che dal mercato. I contadini tedeschi erano, non solo sotto lo sguardo repressivo dei proprietari terrieri, ma ancorati a villaggi e strutture di lavoro che favoirvano la solidarietà, diminuendo il loro potenziale rivoluzionario. Quindi, nel reame della propaganda, i Junker stabilirono la, generalmente riuscita, lega agraria del 1894, stendendo il fondamento della dottrina nazista. La lega cercò il supporto dei contadini nelle aree non-Junker o nelle piccole fattorie, inculcando l'adorazione del fuhrer, l'idea dello stato corporativo, il militarismo e l'antisemitismo. Avrebbe anche fatto la distinzione tra il capitale "predatorio" e quello "produttivo" usata poi dai nazisti, che era uno strumento usato per appellarsi ai sentimenti anti-capitalisti che aleggiavano tra i contadini.

L'unificazione della Germania da parte di Bismarck ebbe anche un impatto significativo sull'Asia orientale. L'unificazione della Germania era considerata un modello per la riuscita modernizzazione del Giappone e per la meno riuscita modernizzazione della Cina agli inizi del XX secolo. Il codice civile tedesco divenne la base del sistema legale giapponese e della Repubblica Cinese e dopo il ritiro di quest'ultima a Taiwan rimane ancora la base del sistema legale li vigente.


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