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Fiamma olimpica

La fiamma olimpica, o fuoco olimpico, č un simbolo dei Giochi Olimpici. Le sue origini risalgono all'Antica Grecia, quando un fuoco veniva tenuto acceso per tutto il periodo di celebrazione delle Olimpiadi antiche. Il fuoco venne reintrodotto nelle olimpiadi del 1928, e da allora fa parte del cerimoniale delle Olimpiadi moderne.

Table of contents
1 Utilizzo
2 Storia
3 L'ultimo tedoforo
4 Vedi anche
5 Collegamento esterno

Utilizzo

Oggigiorno la fiamma olimpica viene accesa diversi mesi prima della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici, sul sito delle Olimpiadi antiche, Olimpia (Grecia). Undici sacerdotesse (impersonate da attrici) accendono il fuoco ponendo una fiaccola all'interno di uno specchio parabolico concavo, che concentra i raggi del Sole.

La fiaccola viene quindi trasportata nella cittĂ  che ospiterĂ  i Giochi Olimpici con una staffetta. Tradizionalmente, la fiaccola viene trasportata a piedi, ma possono essere usati altri mezzi di trasporto. Tra i tedofori si contano anche atleti e celebritĂ , ma per la maggior parte sono composti da persone comuni.

La staffetta della torcia olimpica termina il giorno della cerimonia di apertura, nello stadio principale dei giochi. L'ultimo tedoforo č spesso tenuto segreto fino all'ultimo momento, di solito č uno sportivo famoso della nazione ospitante. L'ultimo tedoforo corre verso il braciere, normalmente posto in cima a una scalinata, ed usa la fiaccola per accendere una fiamma nello stadio. Questa fiamma brucia per tutto il periodo di celebrazione dei Giochi Olimpici e viene estinta nella cerimonia di chiusura.

Storia

Per gli antichi greci, il fuoco aveva una connotazione divina — si credeva che fosse stato rubato agli Dei da Prometeo. Per questo motivo il fuoco era presente anche in molti santuari. Un fuoco veniva tenuto acceso permanentemente sull'altare del tempio di Vesta ad Olimpia. Durante i Giochi Olimpici, che onoravano Giove, venivano accesi ulteriori fuochi nel suo tempio e in quello di sua moglie, Giunone. La moderna fiamma olimpica viene accesa sul luogo dove sorgeva il tempio di Giunone.

La fiamma non appare alle Olimpiadi moderne fino al 1928. L'architetto olandese Jan Wils aveva incluso una torre nel suo progetto dello stadio olimpico per la IX Olimpiade, ed ebbe l'idea di tenervi acceso un fuoco. Il 28 luglio 1928 un dipendente della compagnia elettrica di Amsterdam accese il primo fuoco olimpico nella cosidetta Torre di Maratona, conosciuta dagli olandesi come il "posacenere della KLM".

L'idea di una fiamma olimpica fu accolta con entusiasmo, e venne mantenuta come simbolo dell'olimpismo. Il dirigente e scienziato dello sport tedesco Carl Diem concepì l'idea di una staffetta per la fiaccola olimpica in occasione delle Olimpiadi di Berlino nel 1936. Piů di 3.000 tedofori portarono la fiaccola da Olimpia a Berlino. L'atleta tedesco Fritz Schilgen fu l'ultimo a portare la fiaccola, accendendo la fiamma nello stadio. Anche la staffetta divenne una tradizione dei Giochi Olimpici.

La fiamma olimpica ha bruciato ai giochi invernali del 1936 e del 1948, la prima staffetta si ebbe alla VI Olimpiade Invernale di Oslo 1952. Il fuoco non venne acceso ad Olimpia, ma a Morgedal, Norvegia, nel caminetto della casa di Sondre Norheim, uno dei pionieri dello sci. Il fuoco venne acceso nello stesso luogo anche per le edizioni del 1960 e del 1994. Eccetto per il 1956, la staffetta prese il via da Olimpia per tutti gli altri Giochi Olimpici invernali. Nel 1956 la staffetta partì da Roma.

Anche se per la gran parte del tragitto la fiaccola viene portata da corridori, č stata trasportata anche in molti altri modi. La fiaccola viaggiò per nave nel 1948, per attraversare la Manica, e venne trasportata in aereo per la prima volta nel 1952, quando andò ad Helsinki. Nel 1956, le gare di equitazione vennero disputate separatamente a causa di una stretta regolamentazione della quarantena vigente in Australia. Tutti i portatori della fiaccola che la trasportarono a Stoccolma, dove queste gare si svolsero, viaggiarono a cavallo.

Un particolare mezzo di trasporto venne usato nel 1976, quando la fiamma fu trasformata in un impulso elettronico. Da Atene, questo impulso venne inviato via satellite in Canada, dove un raggio laser venne utilizzato per riaccendere la fiaccola. Nel 2000, la fiaccola venne trasportata sott'acqua da sommozzatori, vicino alla grande barriera corallina. Altri insoliti mezzi di trasporto includono la canoa dei nativi americani, un cammello e il Concorde.

Un altro modo di attirare l'attenzione č stato l'accensione del fuoco nello stadio. Alla XXV Olimpiade di Barcellona 1992, l'arciere delle Paraolimpiadi Antonio Rebollo scoccò una freccia infiammata nel braciere dello stadio. Due anni dopo, la fiaccola olimpica venne portata nello stadio di Lillehammer da un atleta di salto con gli sci.

L'ultimo tedoforo

Nel corso degli anni, č divenuta tradizione far compiere a famosi atleti o ex-atleti, l'ultimo tratto con la fiaccola olimpica. Il primo noto atleta ad accendere il fuoco nello stadio fu il nove volte campione olimpico Paavo Nurmi, che eccitò il pubblico di casa nel 1952. Altri famosi ultimi tedofori comprendono il calciatore francese Michel Platini (1992), il campione del mondo dei pesi massimi Muhammad Ali (1996) e la fondista aborigena australiana Cathy Freeman (2000).

In altre occasioni, le persone che hanno acceso la fiamma nello stadio non erano famose, ma cionondimeno simboleggiano gli ideali olimpici. Il giapponese Yoshinori Sakai nacque ad Hiroshima il 6 agosto 1945, il giorno in cui la bomba atomica Little Boy distrusse quella città. Egli simboleggiava la rinascita del Giappone dopo la seconda guerra mondiale, quando aprì la XVIII Olimpiade. Nella XXI Olimpiade, Montreal 1976, due adolescenti, uno proveniente dalla parte francofona della nazione, e uno dalla parte anglofona, simboleggiarono l'unità del Canada.

Di seguito una lista di tutti gli ultimi tedofori della staffetta della fiaccola olimpica.

  • XI Olimpiade: Fritz Schilgen, atleta (atletica leggera).
  • XIV Olimpiade: John Mark, atleta (atletica leggera).
  • VI Olimpiade Invernale: Eigil Nansen, nipote dell'esploratore polare Fridtjof Nansen
  • XV Olimpiade: Paavo Nurmi, vincitore di nove medaglie d'oro olimpiche nel fondo durante gli anni '20.
  • VII Olimpiade Invernale: Guido Caroli, pattinatore di velocitĂ  che partecipò alle edizioni del 1948, 1952 e 1956. Pattinando con la fiaccola inciampò su un cavo televisivo ma mantenne accesa la fiamma.
  • XVI Olimpiade: Ron Clarke e Hans Wikne (Stoccolma), maratoneti. Clarke avrebbe in seguito vinto una medaglia di bronzo olimpica nel 1964; Hans Wikne partecipò alle olimpiadi del 1964.
  • VIII Olimpiade Invernale: Ken Henry, campione olimpico nel pattinaggio di velocitĂ  (500 m) ai giochi del 1952.
  • XVII Olimpiade: Giancarlo Peris, atleta di origine greca (atletica leggera).
  • IX Olimpiade Invernale: Joseph Rieder, sciatore alpino che aveva preso parte alle olimpiadi del 1956.
  • XVIII Olimpiade: Yoshinori Sakai, atleta (atletica leggera), nato nel giorno in cui la bomba atomica esplose su Hiroshima.
  • X Olimpiade Invernale: Alain Calmat, pattinatore artistico, vincitore della medaglia d'arento alle olimpiadi del 1964.
  • XIX Olimpiade: Norma Enriqueta Basilio de Sotelo, velocista che prese parte a queste olimpiadi. Fu la prima donna ad essere l'ultimo tedoforo.
  • XI Olimpiade Invernale: Hideki Takada, studente e pattinatore di velocitĂ .
  • XX Olimpiade: GĂĽnther Zahn, mezzofondista.
  • XII Olimpiade Invernale: Christl Haas e Josef Feistmantl. Haas vinse il titolo olimpico di discesa libera nel 1964; Feistmantl vinse nello slittino doppio nello stesso anno.
  • XXI Olimpiade: Stéphane Préfontaine; e Sandra Henderson, due adolescenti.
  • XIII Olimpiade Invernale: Charles Kerr, uno psichiatra dell'Arizona che era stato scelto dagli altri staffettisti per compiere l'ultima parte.
  • XXII Olimpiade: Sergey Belov, cestista che vinse quattro medaglie olimpiche, compreso un oro nel 1972.
  • XIV Olimpiade Invernale: Sandra Dubravčič, pattinatrice artistica che partecipò alle olimpiadi del 1980 e 1984.
  • XXIII Olimpiade: Rafer Johnson, vincitore nel decathlon alle olimpiadi del 1960.
  • XV Olimpiade Invernale: Robyn Perry, studentessa dodicenne e pattinatrice artistica.
  • XXIV Olimpiade: Sohn Kee-chung, medaglia d'oro nella maratona alle olimpiadi del 1946, portò la fiaccola nello stadio, la staffetta venne proseguita da Chung Sun-Man, Kim Won-Tak e Sohn Mi-Chung, tre giovani atlete. Kim prese parte alla maratona olimpica.
  • XVI Olimpiade Invernale: Michel Platini e François-Cyrille Grange, entrambi calciatori. Platini partecipò alle olimpiadi del 1976; Grange aveva 8 anni a quell'epoca.
  • XXV Olimpiade: Antonio Rebollo, arciere che partecipò alle Paraolimpiadi.
  • XVII Olimpiade Invernale: Principe della Corona Haakon di Norvegia. Sia il padre che il nonno presero parte alle Olimpiadi.
  • XXVI Olimpiade: Muhammad Ali, puglie che vinse l'oro olimpico nel 1960 (allora con il nome di Cassius Clay).
  • XVIII Olimpiade Invernale: Midori Ito, pattinatrice artistica, vincitrice dell'argento olimpico nel 1992.
  • XXVII Olimpiade: Cathy Freeman, mezzofondista. Vinse la medaglia d'oro nei 400 m in quelle olimpiadi.
  • XIX Olimpiade Invernale: L'intero gruppo della nazionale statunitense di hockey su ghiaccio che vinse l'oro olimpico nel 1980.

Vedi anche

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